mercoledì 12 settembre 2012

Ti penso

Ti penso spesso
papà e ancora mi domando.
Chi eri davvero?
Cosa c'era dietro al
gioco strano
delle tue rughe?

Quella faccia a cui
ho rubato dettagli,
quell'assomigliarti
nei gesti e nei pensieri.

L'ostinato combatterti
da nemica a nemico,
e allo stesso tempo
sperare invano
una parola sola.

Illusione di sentire
la tua mano stanca
sui miei capelli.
Ma quel gesto
così semplice e
appagante,
era troppo gravoso
per il tuo esser Uomo.

Mentre io attendevo
solo un Padre.
Stanca di trovare
in te solo rigida morale.

Ora vorrei poter
tornare indietro
posare con forza
la tua mano sul
mio capo e dirti
che se il ritegno
impediva il gesto
l'amore che ci univa
poteva vincere
l'inutile battaglia.

Avrei voluto insegnarti
ad amare chi ti è figlia,
senza paura
di quel sentimento,
in cui vedevi debolezza.

Ti avrei dato modo
d'insegnarmi a crescere
e diventare donna
cosa che ancora oggi
non ho imparato a fare.

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