giovedì 23 giugno 2016

Il vento scrive


Buongiorno, benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati della grande letteratura Italiana e mondiale.
In questi giorni si è molto parlato del mal tempo in tutta la nostra Nazione, nonostante l'altro ieri sia ufficialmente entrare l'Estate.
La poesia che andremo a leggere tra poco, mi ha fatto pensare molto, perchè lo sappiamo, quando c'è la pioggia che scende e ti metti li ad osservarla, scattano milioni di pensieri... a volte anche un pò di malinconia!

Buona lettura.

Su la docile sabbia il vento scrive
con le penne dell'ala; e in sua favella
parlano i segni per le bianche rive.

Ma, quando il sol declina, d'ogni nota
ombra lene si crea, d'ogni ondicella,
quasi di ciglia su soave gota.

E par che nell'immenso arido viso
della pioggia s'immilli il tuo sorriso.

di Gabriele D'Annunzio 

Vi ringrazio sempre per la vostra graditissima presenza, non mi resta che augurarvi buona giornata e buon proseguimento insieme a Poesiandu!

mercoledì 15 giugno 2016

Beatitudine


Buon pomeriggio, benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati di letteratura.
Nel precedente post, ho ringraziato tanti e tantissimi che giorno dopo giorno ci scrivono i loro pensieri, le loro poesie, qualche volta anche un consiglio un parere da parte del nostro staff.
Noi siamo sempre a vostra completa disposizione.
Questo pomeriggio, voglio condividere con voi una poesia che sembra catturare l'attenzione di tantissimi di voi, in quanto veramente tantissimi me l'avete richiesta.
Vi auguro buona lettura!

"Color di perla quasi informa, quale
conviene a donna aver, non fuor misura".
Non è, Dante, tua donna che in figura
della rorida Sera a noi discende?

Non è non è dal ciel Betarice
discesa in terra a noi
bagnata il viso di pianto d'amore?
Ella col lacrimar degli occhi suoi
tocca tutte le spiche
a una a una e cangia lor colore.
Stanno come persone
inginocchiate elle dinanzi a lei,
a capo chino, umíli; e par si bei
ciascuna del martiro che l'attende.

Vince il silenzio i movimenti umani.
Nell'aerea chiostra
dei poggi l'Arno pallido s'inciela.
Ascosa la Città di sé non mostra
se non due steli alzati,
torre d'imperio e torre di preghiera,
a noi dolce com'era
al cittadin suo prima dell'esiglio
quand'ei tenendo nella mano un giglio
chinava il viso tra le rosse bende.

Color di perla per ovunque spazia
e il ciel tanto è vicino
che ogni pensier vi nasce come un'ala.
La terra sciolta s'è nell'infinito
sorriso che la sazia,
e da noi lentamente s'allontana
mentre l'Angelo chiama
e dice: "Sire, nel mondo si vede
meraviglia nell'atto, che procede
da un'anima, che fin quassù risplende".

di Gabriele D'Annunzio

Nel ringraziarvi per la vostra sempre cortese e presente attenzione, vi auguriamo buon proseguimento di giornata e buona permanenza insieme a noi.

martedì 14 giugno 2016

Un ricordo


Buon pomeriggio, benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati di letteratura.
Voglio subito ringraziare tutti voi che giorno dopo giorno ci inviate veramente tantissime email contenenti i vostri pensieri e le vostre poesie che tenere strette al cuore,GRAZIE.

Buona lettura.

Io non sapea qual fosse il mio malore
né dove andassi. Era uno strano giorno.
Oh, il giorno tanto pallido era in torno,
pallido tanto che facea stupore.

Non mi sovviene che di uno stupore
immenso che quella pianura in torno
mi facea, cosí pallida in quel giorno,
e muta, e ignota come il mio malore.

Non mi sovviene che d'un infinito
silenzio, dove un palpitare solo,
debole, oh tanto debole, si udiva.

Poi, veramente, nulla piú si udiva.
D'altro non mi sovviene. Eravi un solo
essere, un solo; e il resto era infinito.

di Gabriele D'Annunzio

Vi auguriamo buon proseguimento di giornata e buona permanenza insieme a noi.

lunedì 6 giugno 2016

Consolazione


Buonasera, benvenuti e bentrovati cari appassionati di letteratura.
Questa sera voglio farvi leggere una bellissima poesia, a mio modo di vedere, che ci ha inviato gentilmente la nostra amica Alice, grande appassionata di letteratura italiana.
Spero che la poesia possa essere di vostro gradimento, voglio ringraziare la nostra cara amica Alice e tutti voi cari lettori che giorno dopo giorno dedicate del tempo al nostro blog.

Buona lettura.

Non pianger più. Torna il diletto figlio
a la tua casa. È stanco di mentire.
Vieni; usciamo. Tempo è di rifiorire.
Troppo sei bianca: il volto è quasi un giglio.

Vieni; usciamo. Il giardino abbandonato
serba ancóra per noi qualche sentiero.
Ti dirò come sia dolce il mistero
che vela certe cose del passato.

Ancóra qualche rosa è ne' rosai,
ancóra qualche timida erba odora.
Ne l'abbandono il caro luogo ancóra
sorriderà, se tu sorriderai.

Ti dirò come sia dolce il sorriso
di certe cose che l'oblìo afflisse.
Che proveresti tu se ti fiorisse
la terra sotto i piedi, all'improvviso?

Tanto accadrà, ben che non sia d'aprile.
Usciamo. Non coprirti il capo. È un lento
sol di settembre, e ancor non vedo argento
su 'l tuo capo, e la riga è ancor sottile.

Perché ti neghi con lo sguardo stanco?
La madre fa quel che il buon figlio vuole.
Bisogna che tu prenda un po' di sole,
un po' di sole su quel viso bianco.

Bisogna che tu sia forte; bisogna
che tu non pensi a le cattive cose...
Se noi andiamo verso quelle rose,
io parlo piano, l'anima tua sogna.

Sogna, sogna, mia cara anima! Tutto,
tutto sarà come al tempo lontano.
Io metterò ne la tua pura mano
tutto il mio cuore. Nulla è ancor distrutto.

Sogna, sogna! Io vivrò de la tua vita.
In una vita semplice e profonda
io rivivrò. La lieve ostia che monda
io la riceverò da le tue dita.

Sogna, ché il tempo di sognare è giunto.
Io parlo. Di': l'anima tua m'intende?
Vedi? Ne l'aria fluttua e s'accende
quasi il fantasma d'un april defunto.

Settembre (di': l'anima tua m'ascolta?)
ha ne l'odore suo, nel suo pallore,
non so, quasi l'odore ed il pallore
di qualche primavera dissepolta.

Sogniamo, poi ch'è tempo di sognare.
Sorridiamo. E la nostra primavera,
questa. A casa, più tardi, verso sera,
vo' riaprire il cembalo e sonare.

Quanto ha dormito, il cembalo! Mancava,
allora, qualche corda; qualche corda
ancóra manca. E l'ebano ricorda
le lunghe dita ceree de l'ava.

Mentre che fra le tende scolorate
vagherà qualche odore delicato,
(m'odi tu?) qualche cosa come un fiato
debole di viole un po' passate,

sonerò qualche vecchia aria di danza,
assai vecchia, assai nobile, anche un poco
triste; e il suon sarà velato, fioco,
quasi venisse da quell'altra stanza.

Poi per te sola io vo' comporre un canto
che ti raccolga come in una cuna,
sopra un antico metro, ma con una
grazia che sia vaga e negletta alquanto.

Tutto sarà come al tempo lontano.
L'anima sarà semplice com'era;
e a te verrà, quando vorrai, leggera
come vien l'acqua al cavo de la mano.

  di Gabriele D'Annunzio

Grazie mille per la vostra graditissima presenza che ci regalate ogni giorno, vi auguro buon proseguimento di serata e buona permanenza insieme a noi!