sabato 5 gennaio 2013

Com’è acuto il salmastro del mare



Com’è acuto il salmastro del mare,
nel ricordo di una sera che mi coglie
improvviso nel sentire la tua voce
dolente, mentre dici che invecchi!
Ma il tempo è così: un altro mare,
invisibile, dove il passato è un’onda
che si stacca da noi- riva e s’allontana
fino a svanire negli occhi all’orizzonte.
Però non muore, e qualche volta riappare,
si libra nell’aria (di nuovo onda o delfino),
ritorna fino a noi e ci travolge
come onda vera, di vita che rinasce
intorno, in noi, nel nostro sangue:
come era quella remota  sera d’estate
col suo forte sapore di salsedine,
che nel pensiero scava ancora i muri
e consuma le navi in disarmo nelle darsene.

Antonio Seccareccia