Com’è acuto il salmastro del mare,
nel ricordo di una sera che mi coglie
improvviso nel sentire la tua voce
dolente, mentre dici che invecchi!
Ma il tempo è così: un altro mare,
invisibile, dove il passato è un’onda
che si stacca da noi- riva e s’allontana
fino a svanire negli occhi all’orizzonte.
Però non muore, e qualche volta riappare,
si libra nell’aria (di nuovo onda o delfino),
ritorna fino a noi e ci travolge
come onda vera, di vita che rinasce
intorno, in noi, nel nostro sangue:
come era quella remota sera d’estate
col suo forte sapore di salsedine,
che nel pensiero scava ancora i muri
e consuma le navi in disarmo nelle darsene.
Antonio Seccareccia