- Mi desto dal leggero sonno solo
- nel cuore della notte.
Tace intorno
la casa come vuota e laggiù brilla
silenzioso coi suoi lumi un porto.
Ma sì freddi e remoti son quei lumi
e sì grande è il silenzio nella casa
che mi levo sui gomiti in ascolto.
- Improvviso terrore mi sospende
- il fiato e allarga nella notte gli occhi:
- separata dal resto della casa
- separata dal resto della terra
- è la mia vita ed io son solo al mondo.
- Poi il ricordo delle vie consuete
- e dei nomi e dei volti quotidiani
- riemerge dal sonno,
- e di me sorridendo mi riadagio.
- Ma, svanita col sonno la paura,
- un gelo in fondo all'anima mi resta.
- Ch'io cammino fra gli uomini guardando
- attentamente coi miei occhi ognuno,
- curioso di lor ma come estraneo.
- Ed alcuno non ho nelle cui mani
- metter le mani con fiducia piena
- e col quale di me dimenticarmi.
- Tal che se l'acque e gli alberi non fossero
- e tutto il mondo muto delle cose
- che accompagna il mio viver sulla terra,
- io penso che morrei di solitudine.
- Or questo camminare fra gli estranei
- questo vuoto d'intorno m'impaura
- e la certezza che sarà per sempre.
- Ma restan gli occhi crudelmente asciutti.
- Camillo Sbarbaro