Buongiorno, benvenuti e bentrovati.
La scorsa settimana, esattamente il 19 Febbraio, è scomparso uno grande scrittore, filosofo e semiologo, Umberto Eco.
In tanti anni della sua carriera, ha scritto grandi cose, dei pensieri che andavano oltre ad ogni immaginazione, ma credo che non abbiate bisogno di ulteriori informazioni o presentazioni per colui che ha scritto la storia delle letteratura italiana sino ad oggi.
Lo vogliamo ricordare così con "La titolazione" sua grande opera.
Buona lettura.
Un quotidiano "si scorre". Spesso lo si scorre appeso al chiosco, senza acquistarlo; sovente lo si scorre in casa, leggendo solo un articolo e per il resto dando una rapida occhiata ai titoli.
Per questo un quotidiano va anzitutto analizzato per ciò che comunica attraverso il titolo, i sottotitoli e quella specie di sopratitolo che in linguaggio giornalistico si chiama "occhiello". La disposizione dei titoli, le colonne assegnate a ciascuno, il numero e la selezione delle notizie titolate in prima pagina costituiscono il contenuto principale del quotidiano, quello che arriva a: tutti.
Le redazioni sanno benissimo questo fatto, tanto è vero che è la redazione e non l'autore del pezzo che compone il titolo.
Il titolo decide dell'interpretazione dell'articolo. Non è raro il caso del giornalista che manda un pezzo, un servizio, un fondo su un argomento, viene rispettato nelle proprie opinioni, ma viene confutato attraverso il titolo. Il titolo funge cioè da "codice" per il resto dell'articolo.
Il rapporto falso del titolo col resto dell'articolo costituisce un tipico caso di interpretazione dei fatti. Ma ci può essere un'interpretazione dei dati anche quando il titolo, pur fornendo informazioni passabilmente obiettive, usa certe parole piuttosto che altre per definire un avvenimento.
Una stessa foto di studenti in agitazione può essere titolata "Forte protesta giovanile" oppure "Disordini in centro ad opera dei cinesi".
"E' l'abbicì dell'interpretazione"
di Umberto Eco
Per questo un quotidiano va anzitutto analizzato per ciò che comunica attraverso il titolo, i sottotitoli e quella specie di sopratitolo che in linguaggio giornalistico si chiama "occhiello". La disposizione dei titoli, le colonne assegnate a ciascuno, il numero e la selezione delle notizie titolate in prima pagina costituiscono il contenuto principale del quotidiano, quello che arriva a: tutti.
Le redazioni sanno benissimo questo fatto, tanto è vero che è la redazione e non l'autore del pezzo che compone il titolo.
Il titolo decide dell'interpretazione dell'articolo. Non è raro il caso del giornalista che manda un pezzo, un servizio, un fondo su un argomento, viene rispettato nelle proprie opinioni, ma viene confutato attraverso il titolo. Il titolo funge cioè da "codice" per il resto dell'articolo.
Il rapporto falso del titolo col resto dell'articolo costituisce un tipico caso di interpretazione dei fatti. Ma ci può essere un'interpretazione dei dati anche quando il titolo, pur fornendo informazioni passabilmente obiettive, usa certe parole piuttosto che altre per definire un avvenimento.
Una stessa foto di studenti in agitazione può essere titolata "Forte protesta giovanile" oppure "Disordini in centro ad opera dei cinesi".
"E' l'abbicì dell'interpretazione"
di Umberto Eco
Grazie mille per la vostra sempre cortese attenzione, vi auguro buon proseguimento di giornata e buona permanenza e navigazione insieme a noi!