martedì 16 febbraio 2016

A morte la minestra


Buon pomeriggio, benvenuti e bentrovati cari lettori.
In questi giorni, forse sarà stato un caso, ho ricevuto veramente tantissime e-mail dove mi scrivevate di inserire qualche testo del grande Giacomo Leopardi.
Ebbene, molti di voi mi hanno segnalato questa poesia meravigliosa di questo grande autore, prontamente eccola per voi.

Vi auguro buona lettura!

Metti, o canora musa, in moto l'Elicona
e la tua cetra cinga d'alloro una corona.
Non già d'Eroi tu devi, o degli Dei cantare
ma solo la Minestra d'ingiurie caricare.
Ora tu sei, Minestra, dei versi miei l'oggetto,
e dirti abominevole mi porta gran diletto.

O cibo, invan gradito dal gener nostro umano!
Cibo negletto e vile, degno d'umil villano!
Si dice, che resusciti, quando sei buona, i morti;
ma il diletto è degno d'uomini invero poco accorti!

Or dunque esser bisogna morti per goder poi
di questi benefici, che sol si dicon tuoi?
Non v'è niente pei vivi? Si! Mi risponde ognuno;
or via su me lo mostri, se puote qualcheduno;
ma zitti! Che incomincia furioso un tale a dire;
ma presto restiamo attenti, e cheti per sentire:
"Chi potrà dire vile un cibo delicato,
che spesso è il sol ristoro di un povero malato?"

È ver, ma chi desideri, grazie al cielo, esser sano
deve lasciar tal cibo a un povero malsano!
Piccola seccatura vi sembra ogni mattina
dover trangugiare la "cara minestrina"?

di Giacomo Leopardi

Vi ringrazio sempre per la vostra gentile e cortese attenzione, non mi resta che salutarvi ed augurarvi buon proseguimento di giornata e buona permanenza insieme a noi!