martedì 3 maggio 2016

Pastori d'Abruzzo


Buongiorno benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati di letteratura!
Oggi, grazie alle tante e-mail che giorno dopo giorno ci inviate veramente in tanti, voglio farvi leggere questa poesie che ci ha segnalato la nostra amica Antonella da Bari, grazie mille sempre per le migliaia di e-mail che riceviamo giorno dopo giorno e grazie per l'affetto e la passione che ci trasmettete.

Buona lettura!

Settembre. Andiamo è tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare,
vanno verso l’Adriatico selvaggio 
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti alpestri
ché sapor d’acqua natia
rimanga nei cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
Oh voce di colui che primamente
conobbe il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral
cammina la greggia.
Senza mutamento è l’aria
e il sole imbionda sì la viva lana 
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquìo, calpestìo, dolci rumori,
ah perché non son io coi miei pastori?

di Gabriele D'Annunzio

Nel ringraziarvi nuovamente per la vostra cortese attenzione e partecipazione, non mi resta che augurarvi buon proseguimento di giornata e buona permanenza insieme a noi.