venerdì 15 luglio 2016

Attualità & Mondo



Buongiorno, benvenuti e bentrovati cari lettori.
Oggi doverosamente, dopo il terribile incidente ferroviario avvenuto in Puglia, dopo molti ragazzi che abitualmente salivano su quei treni per recarsi alle Università nelle città vicine, molti per lavoro, molti altri semplicemente per andare a trovare qualche parente, si sono visti togliere in pochi instanti la vita, non possiamo che unirci al dolore delle tantissime famiglie che sono state colpite da questo brutto e terribile avvenimento, dove genitori si sono visti strappare via i propri figli, mariti, mogli, amici.... Questa mattina un altra terribile notizia ci ha travolti, un Camion scaraventato sulla folla a  grande velocità guidato da un franco-tunisino a Nizza.
I morti si aggirano intorno alle 84 persone, molti, moltissimi i bambini uccisi.
Sono stati coinvolti nell'incredibile incidente anche degli italiani che si trovavano a Nizza.
Non possiamo più assolutamente tollerare queste disgrazie, se così si possono chiamare, frutto di menti diaboliche che non hanno alcuno scrupolo nell'uccidere a sangue freddo dei bambini, degli uomini, delle donne.....
Il blog di Poesiandu si unisce fortemente al dolore di questi avvenimenti accaduti nelle scorse ore, nella famiglie che non vedranno più tornare i loro figli, nei mariti che non potranno più rivedere le proprie mogli, questo perchè?
Lasciamo commentare a voi, lasciamo commentare al silenzio di una famiglia spezzata per sempre, alle grida, alle urla ai pianti.

Amiamoci e vogliamoci bene tutti.

Sia pace per le aurore che verranno,
pace per il ponte, pace per il vino,
pace per le parole che mi frugano
più dentro e che dal mio sangue risalgono
legando terra e amori con l’antico
canto;
e sia pace per le città all’alba
quando si sveglia il pane,
pace al libro come sigillo d’aria,
e pace per le ceneri di questi
morti e di questi altri ancora;
e sia pace sopra l’oscuro ferro di Brooklin, al portalettere
che entra di casa in casa come il giorno,
pace per il regista che grida al megafono rivolto ai convolvoli,
pace per la mia mano destra che brama soltanto scrivere il nome
Rosario, pace per il boliviano segreto come pietra
nel fondo di uno stagno, pace perché tu possa sposarti;
e sia pace per tutte le segherie del Bio-Bio,
per il cuore lacerato della Spagna,
sia pace per il piccolo Museo
di Wyoming, dove la più dolce cosa
è un cuscino con un cuore ricamato,
pace per il fornaio ed i suoi amori,
pace per la farina, pace per tutto il grano
che deve nascere, pace per ogni
amore che cerca schermi di foglie,
pace per tutti i vivi,
per tutte le terre e le acque.
Ed ora qui vi saluto,
torno alla mia casa, ai miei sogni,
ritorno alla Patagonia, dove
il vento fa vibrare le stalle
e spruzza ghiaccio
l’oceano. Non sono che un poeta
e vi amo tutti, e vago per il mondo
che amo: nella mia patria i minatori
conoscono le carceri e i soldati
danno ordini ai giudici.
Ma io amo anche le radici
del mio piccolo gelido paese.
Se dovessi morire mille volte,
io là vorrei morire:
se dovessi mille volte nascere,
là vorrei nascere,
vicino all’araucaria selvaggia,
al forte vento che soffia dal Sud.
Nessuno pensi a me.
Pensiamo a tutta la terra, battendo
dolcemente le nocche sulla tavola.
Io non voglio che il sangue
torni ad inzuppare il pane, i legumi, la musica:
ed io voglio che vengano con me
la ragazza, il minatore, l’avvocato, il marinaio, il fabbricante di bambole
e che escano a bere con me il vino più rosso.
Io qui non vengo a risolvere nulla.

Sono venuto solo per cantare
e per farti cantare con me.


di Pablo Neruda