lunedì 4 luglio 2016

La Tenzone


Buongiorno, benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati di letteratura Italiana ed Internazionale.
Primi giorni di Luglio, molti di voi mi stanno raccontando tramite le vostre e-mail che non vedete l'ora di andare finalmente e meritatamente qualche giorno in vacanza, molti mi scrivono che preferiscono il mare, altri la montagna, altri mi scrivono che preferiscono dormire fino a tardi la mattina, altri invece, che preferiscono alzarsi alla buon ora per andare a fare un po di running in montagna o sul lungo-mare o magari fare delle escursioni organizzate.
Ma un pensiero doveroso, lo indirizziamo a tutti coloro che purtroppo quest'anno non potranno andare qualche giorno in vacanza, il nostro Staff è sempre al vostro fianco come ben sapete durante tutto l'anno a tenervi compagnia, come del resto voi la tenete a noi splendidamente.
Ovunque e con chiunque voi siate, vi auguriamo di divertirvi e rilassarvi insieme alle persone che volete più bene, questa poesia di oggi è dedicata tutta a voi.

Buona lettura.

O Marina di Pisa, quando folgora
il solleone!
Le lodolette cantan su le pratora
di San Rossore
e le cicale cantano su i platani
d'Arno a tenzone.

Come l'Estate porta l'oro in bocca,
l'Arno porta il silenzio alla sua foce.
Tutto il mattino per la dolce landa
quinci è un cantare e quindi altro cantare;
tace l'acqua tra l'una e l'altra voce.
E l'Estate or si china da una banda
or dall'altra si piega ad ascoltare.
È lento il fiume, il naviglio è veloce.
La riva è pura come una ghirlanda.
Tu ridi tuttavia cò raggi in bocca,
come l'Estate a me, come l'Estate!
Sopra di noi sono le vele bianche
sopra di noi le vele immacolate.
Il vento che le tocca
tocca anche le tue palpebre un po' stanche,
tocca anche le tue vene delicate;
e un divino sopor ti persuade,
fresco ne' cigli tuoi come rugiade
in erbe all'albeggiare.
S'inazzurra il tuo sangue come il mare.
L'anima tua di pace s'inghirlanda.
L'Arno porta il silenzio alla sua foce
come l'Estate porta l'oro in bocca.
Stormi d'augelli varcano la foce,
poi tutte l'ali bagnano nel mare!
Ogni passato mal nell'oblio cade.
S'estingue ogni desio vano e feroce.
Quel che ieri mi nocque, or non mi nuoce;
quello che mi toccò, più non mi tocca.
È paga nel mio cuore ogni dimanda,
come l'acqua tra l'una e l'altra voce.
Così discendo al mare;
così veleggio. E per la dolce landa
quinci è un cantare e quindi altro cantare.

Le lodolette cantan su le pratora
di San Rossore
e le cicale cantano su i platani
d'Arno a tenzone.

di Gabriele D'Annunzio

Vi ringraziamo per le vostre tantissime e-mail che giorno dopo giorno riceviamo, non mi resta che augurarvi buon proseguimento di giornata e buona permanenza insieme a noi.