sabato 23 marzo 2013

All'amico che dorme


Che diremo stanotte all'amico che dorme? 
La parola più tenue ci sale alle labbra 
dalla pena più atroce. Guarderemo l'amico, 
le sue inutili labbra che non dicono nulla, 
parleremo sommesso. 
La notte avrà il volto 
dell'antico dolore che riemerge ogni sera 
impassibile e vivo. Il remoto silenzio 
soffrirà come un'anima, muto, nel buio. 
Parleremo alla notte che fiata sommessa. 
Udiremo gli istanti stillare nel buio 
al di là delle cose, nell'ansia dell'alba,
che verrà d'improvviso incidendo le cose 
contro il morto silenzio. L'inutile luce 
svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti 
taceranno. E le cose parleranno sommesso.

Cesare Pavese