venerdì 29 gennaio 2016

La leggenda di Teodorico


Buonasera, benvenuti e bentrovati carissimi lettori.
Siamo finalmente arrivati al fine settimana, l'ultimo fine settimana di Gennaio, ma come vola il tempo?
Avete trascorso bene questa settimana?
Molti di voi mi hanno scritte veramente tantissime e-mail, vi voglio ringraziare sempre, siete l'anima del blog!
Oggi, faremo un viaggio bellissimo, all'interno di una leggenda fantastica,
La leggenda di Teodorico.

Vi auguro buona lettura!

Su 'l castello di Verona
Batte il sole a mezzogiorno,
Da la Chiusa al pian rintrona
Solitario un suon di corno,
Mormorando per l'aprico
Verde il grande Adige va;
Ed il re Teodorico
Vecchio e triste al bagno sta.
Pensa il dí che a Tulna ei venne
Di Crimilde nel conspetto
E il cozzar di mille antenne
Ne la sala del banchetto,
Quando il ferro d'Ildebrando
Su la donna si calò 
E dal funere nefando
Egli solo ritornò.
Guarda il sole sfolgorante
E il chiaro Adige che corre,
Guarda un falco roteante
Sovra i merli de la torre; 
Guarda i monti da cui scese
La sua forte gioventú, 
Ed il bel verde paese 
Che da lui conquiso fu.
Il gridar d'un damigello
Risonò fuor de la chiostra:
— Sire, un cervo mai sí bello
Non si vide a l'età nostra. 
Egli ha i pié d'acciaro a smalto, 
Ha le corna tutte d'òr.
— Fuor de l'acque diede un salto
Il vegliardo cacciator. 
— I miei cani, il mio morello,
Il mio spiedo — egli chiedea;
E il lenzuol quasi un mantello
A le membra si avvolgea.
I donzelli ivano. In tanto
Il bel cervo disparí,
E d'un tratto al re da canto 
Un corsier nero nitrí. 
Nero come un corbo vecchio,
E ne gli occhi avea carboni.
Era pronto l'apparecchio,
Ed il re balzò in arcioni.
Ma i suoi veltri ebber timore
E si misero a guair,
E guardarono il signore
E no 'l vollero seguir.
In quel mezzo il caval nero
Spiccò via come uno strale.
E lontan d'ogni sentiero
Ora scende e ora sale: 
Via e via e via e via,
Valli e monti esso varcò. 
Il re scendere vorría,
Ma staccar non se ne può. 
Il più vecchio ed il più fido
Lo seguía de' suoi scudieri,
E mettea d'angoscia un grido
Per gl'incogniti sentieri: 
— O gentil re de gli Amali,
Ti seguii ne' tuoi be' dí,
Ti seguii tra lance e strali,
Ma non corsi mai cosí. 
Teodorico di Verona,
Dove vai tanto di fretta? 
Tornerem, sacra corona,
A la casa che ci aspetta? — 
— Mala bestia è questa mia, 
Mal cavallo mi toccò:
Sol la Vergine Maria
Sa quand'io ritornerò. — 
Altre cure su nel cielo
Ha la Vergine Maria: 
Sotto il grande azzurro velo
Ella i martiri covría,
Ella i martiri accoglieva
De la patria e de la fé;
E terribile scendeva 
Dio su 'l capo al goto re. 
Via e via su balzi e grotte
Va il cavallo al fren ribelle:
Ei s'immerge ne la notte,
Ei s'aderge in vèr' le stelle.
Ecco, il dorso d'Appennino
Fra le tenebre scompar,
E nel pallido mattino
Mugghia a basso il tosco mar.
Ecco Lipari, la reggia
Di Vulcano ardua che fuma
E tra i bòmbiti lampeggia
De l'ardor che la consuma: 
Quivi giunto il caval nero 
Contro il ciel forte springò
Annitrendo; e il cavaliero
Nel cratere inabissò. 
Ma dal calabro confine
Che mai sorge in vetta al monte?
Non è il sole, è un bianco crine; 
Non è il sole, è un'ampia fronte
Sanguinosa, in un sorriso
Di martirio e di splendor:
Di Boezio è il santo viso,
Del romano senator.

di Giosuè Carducci

Nel ringraziarvi sempre della vostra cortese attenzione, non mi resta che augurarvi un buon proseguimento di serata ed un ottimo fine settimana.

domenica 24 gennaio 2016

Su l'Adda


Buongiorno, benvenuti e bentrovati cari lettori!
E anche questo mese di Gennaio è andato così velocemente che quasi nemmeno mi sono accorta che sta quasi per terminare.
Penultima domenica di Gennaio, chiedo scusa a tutti voi carissimi lettori per la mia piccola assenza, ma purtroppo capite che talune volte, talmente tanti sono gli impegni che veramente si trova pochissimo tempo, soprattutto per le grandi passioni.
Questa poesia la voglio dedicare a tutti voi che giorno dopo giorno riempite questo blog,che dirvi, GRAZIE!

Corri, tra' rosei fuochi del vespero,
corri, Addua cerulo: Lidia su 'l placido
fiume, e il tenero amore,
al sole occiduo naviga.

Ecco, ed il memore ponte dilungasi:
cede l'aereo de gli archi slancio,
e al liquido s'agguaglia
pian che allargasi e mormora.

Le mura dirute di Lodi fuggono
arrampicandosi nere al declivio
verde e al docile colle.
Addio, storia de gli uomini.

Quando il romuleo marte ed il barbaro
ruggîr ne' ferrei cozzi, e qui vindice
la rabbia di Milano
arse in itali incendii,

tu ancor dal Lario verso l'Eridano
scendevi, o Addua, con desio placido,
con murmure solenne,
giú pe' taciti pascoli.

Quando su 'l dubbio ponte tra i folgori
passava il pallido còrso, recandosi
di due secoli il fato
ne l'esile man giovine,

tu il molto celtico sangue ed il teutono
lavavi, o Addua, via: su le tremule
acque il nitrico fumo
putrido disperdeasi.

Moriano gli ultimi tuon de la folgore
franca ne i concavi seni: volgeasi
da i limpidi lavacri
il bue candido, attonito.

Ov'è or l'aquila di Pompeo? l'aquila
ov'è de l'ispido sir di Soavia
e del pallido còrso?
Tu corri, o Addua cerulo.

Corri tra' rosei fuochi del vespero,
corri, Addua cerulo: Lidia su 'l placido
fiume, e il tenero amore,
al sole occiduo naviga.

Sotto l'olimpico riso de l'aere
la terra palpita: ogni onda accendesi
e trepida risalta
di fulgidi amor turgida.

Molle de' giovani prati l'effluvio
va sopra l'umido pian: l'acque a' margini
di gemiti e sorrisi
un suon morbido frangono.

E il legno scivola lieve: tra le uberi
sponde lo splendido fiume devolvesi:
trascorrono de' campi
i grandi alberi, e accennano,

e giú da gli alberi, su da le floride
siepi, per l'auree strisce e le rosee,
s'inseguono gli augelli
e amore ilari mescono.

Corri tra' rosei fuochi del vespero,
corri, Addua cerulo: Lidia su 'l placido
fiume naviga, e amore
d'ambrosia irriga l'aure.

Tra' pingui pascoli sotto il sole aureo
tu con Eridano scendi a confonderti:
precipita a l'occaso
il sole infaticabile.

O sole, o Addua corrente, l'anima
per un elisio dietro voi naviga:
ove ella e il mutuo amore,
o Lidia, perderannosi?

Non so; ma perdermi lungi da gli uomini
amo or di Lidia nel guardo languido,
ove nuotano ignoti
desiderii e misterii.

di Giosuè Carducci 

Vi auguro buon proseguimento di domenica piena di spensieratezza e tanto relax!

giovedì 14 gennaio 2016

Giuseppe Mazzini


Buongiorno, benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati di letteratura!
Oggi, voglio proporvi una meravigliosa poesia dedicata ad un grande della letteratura Italiana, Giuseppe Mazzini, dal suo collega Giosuè Carducci.
Due scuole di pensiero molto simili, che si sono contrapposte negli anni, affiora tutto il rispetto e la grande passione della letteratura in questa poesia.
Spero che sia di vostro gradimento, buona lettura!

Qual da gli aridi scogli erma su 'l mare
Genova sta, marmoreo gigante,
Tal, surto in bassi dì, su 'l fluttuante
Secolo, ei grande, austero, immoto appare.

Da quelli scogli, onde Colombo infante
Nuovi pe 'l mar vedea mondi spuntare,
Egli vide nel ciel crepuscolare
Co 'l cuor di Gracco ed il pensier di Dante

La terza Italia; e con le luci fise
A lei trasse per mezzo un cimitero,
E un popol morto dietro a lui si mise.

Esule antico, al ciel mite e severo
Leva ora il volto che giammai non rise,
"Tu sol" pensando "o ideal, sei vero".

di Giosuè Carducci

Ringrazio tutti voi, miei cari lettori che giorno dopo giorno riempite questo blog, il vostro blog.
Non mi resta che augurarvi buon proseguimento di giornata, buona lettura e buona navigazione insieme a noi.

sabato 9 gennaio 2016

Qui regna amore


Buon pomeriggio, benvenuti e bentrovati.
Durante tutto il mese di Dicembre ci siamo dedicati esclusivamente alle poesie, filastrocche e letteratura che riguardavano esclusivamente la magia del Natale e le sue feste.
Adesso ritorniamo, come ogni anno, lungo i nostri binari, pronti a svariare in molteplici poesie, testi e tanto altro ancora!
Vi invito come sempre ad inviarci,qualora vogliate, tutti i vostri testi poesie e tutto ciò che volete condividere insieme a noi, devo dire che siete veramente in tanti a farlo e chiedo scusa se non riesco a postare tutto, ma capite che siete veramente tanti, grazie mille!

Buona lettura.

Ove sei? de' sereni occhi ridenti
A chi tempri il bel raggio, o donna mia?
E l'intima del cor tuo melodia
A chi armonizzi ne' soavi accenti?

Siedi tra l'erbe e i fiori e a' freschi venti
Dài la dolce e pensosa alma in balía?
O le membra concesso hai de la pia
Onda a gli amplessi di vigor frementi?

Oh, dovunque tu sei, voluttuosa
Se l'aura o l'onda con mormorio lento
Ti sfiora il viso o a' bianchi omeri posa,

È l'amor mio che in ogni sentimento
Vive e ti cerca in ogni bella cosa
E ti cinge d'eterno abbracciamento.

di Giosuè Carducci

Nel ringraziarvi ancora una volta per la passione che mi trasmettete giorno dopo giorno, attraverso le vostre e-mail, vi auguro un ottimo fine settimana, buon proseguimento e buona permanenza insieme a noi.

domenica 3 gennaio 2016

2016!


Buon pomeriggio, benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati di letteratura,
BUON 2016!!!
Eh si, dopo la lunga maratona delle feste di Natale, che devo dire è il periodo dell'anno che preferisco di più insieme all'estate, siamo arrivati in questo nuovo anno.
Avete trascorso bene il cenone di San Silvestro e il Capodanno?
Spero assolutamente di si, anzi, nè sono certa, in quanto in tantissimi mi hanno inviato email di auguri e ringraziamenti.
Adesso gli auguri e i ringraziamenti li voglio fare a tutti voi, che anno dopo anno mi tenete sempre grande compagnia con la vostra assidua presenza, quello che posso augurarvi è un 2016 pieno, stracolmo, immenso di soddisfazioni, di tanta salute e diciamola tutta, di grandissima serenità sia fisica che mentale, insomma, VI AUGURO UN 2016 STREPITOSO!!!

Questa poesia è tutta per voi, che siete il punto principale e fondamentale di questo blog, che dirvi... GRAZIE.

L'anno nuovo

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.


Gianni Rodari

Non mi resta che augurarvi buon proseguimento di Domenica e buona permanenza insieme a noi!