venerdì 31 maggio 2013
La Boccuccia
Sei come un piccolo fiore
tu tieni una boccuccia
un poco, davvero un poco
appassionata
Suvvia, dammelo, dammelo
è come una piccola rosa
dammelo un bacino
dammelo, Cannetella!
Dammelo e pigliatelo
un bacio piccolino
come questa tua boccuccia
che somiglia ad un piccola rosa
un po', davvero un poco
appassionata.
Gabriele D'Annunzio
Amore oggi il tuo nome
Amore oggi il tuo nome
al mio labbro è sfuggito
come al piede l'ultimo gradino...
Ora è sparsa l'acqua della vita
e tutta la lunga scala
è da ricominciare.
T'ho barattato, amore, con parole
buio miele che odori
dentro i diafani vasi
sotto mille e seicento anni di lava.
Ti riconoscerò dall'immortale Silenzio.
Cristina Campo
mercoledì 29 maggio 2013
Ella passa radiosa
I
Ella passa radiosa, come la notte
Di climi tersi e di cieli stellati;
Tutto il meglio del buio e del fulgore
S'incontra nel suo sguardo e nei suoi occhi
Così addolciti a quella luce tenera
Che allo sfarzo del giorno nega il cielo.
II
Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
Guastato in parte la grazia senza nome
Che ondeggia sulla sua treccia corvina
O dolcemente le illumina in volto,
Dove pensieri limpidi e soavi
Pura svelano e preziosa la dimora.
III
Su quella guancia, sopra quella fronte,
Così dolci, serene ma eloquenti,
I sorrisi avvincenti, i colori accesi
Parlano di giorni volti al bene,
Di un animo che qui con tutto è in pace,
Di un cuore che ama innocente!
Ella passa radiosa, come la notte
Di climi tersi e di cieli stellati;
Tutto il meglio del buio e del fulgore
S'incontra nel suo sguardo e nei suoi occhi
Così addolciti a quella luce tenera
Che allo sfarzo del giorno nega il cielo.
II
Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
Guastato in parte la grazia senza nome
Che ondeggia sulla sua treccia corvina
O dolcemente le illumina in volto,
Dove pensieri limpidi e soavi
Pura svelano e preziosa la dimora.
III
Su quella guancia, sopra quella fronte,
Così dolci, serene ma eloquenti,
I sorrisi avvincenti, i colori accesi
Parlano di giorni volti al bene,
Di un animo che qui con tutto è in pace,
Di un cuore che ama innocente!
George Byron
Fotografia
M'attira il tuo sorriso come
Potrebbe attirarmi un fiore
Fotografia tu sei il fungo bruno
Della foresta
La sua bellezza
I bianchi sono
Un chiaro di luna
In un pacifico giardino
Pieno d'acque vive e d'indiavolati giardinieri
Fotografia sei il profumo dell'ardore
La sua bellezza
E ci sono in te
Fotografia
I toni illanguiditi
Vi si sente
Una melopea
Fotografia tu sei l'ombra
Del sole
Tutta la sua bellezza.
Potrebbe attirarmi un fiore
Fotografia tu sei il fungo bruno
Della foresta
La sua bellezza
I bianchi sono
Un chiaro di luna
In un pacifico giardino
Pieno d'acque vive e d'indiavolati giardinieri
Fotografia sei il profumo dell'ardore
La sua bellezza
E ci sono in te
Fotografia
I toni illanguiditi
Vi si sente
Una melopea
Fotografia tu sei l'ombra
Del sole
Tutta la sua bellezza.
Guillaume Apollinaire
martedì 28 maggio 2013
Ed era un mattino bugiardo
a Rino Escalante
Ed era un mattino bugiardo
uno dei tanti mattini
in cui entrai in un nefasto sogno:
era un sogno di pesanti paure,
di zolle devastate
era il sogno di un impossibile amore.
Le nostre mani furono disserrate
schiodate come le mani del Cristo
inutili furono i nostri abbandoni,
qualcuno ci ferì alle spalle
non so chi, non so chi
forse una forza umana
forse la forza del destino
forse tu stesso, amore,
mi hai colpita alle spalle.
Alda Merini
Io sono folle,folle.
Io sono folle, folle,
folle di amore per te.
Io gemo di tenerezza
perché sono folle, folle,
perché ti ho perduto.
Stamane il mattino era sì caldo
che a me dettava questa confusione,
ma io ero malata di tormento
ero malata di tua perdizione.
folle di amore per te.
Io gemo di tenerezza
perché sono folle, folle,
perché ti ho perduto.
Stamane il mattino era sì caldo
che a me dettava questa confusione,
ma io ero malata di tormento
ero malata di tua perdizione.
Alda Merini
lunedì 27 maggio 2013
Se non ci sei
Se non ci sei, mi sembra un sepolcreto
Questo villaggio;
Svanita è la malia del paesaggio,
Del verde idillio queto,
Se non ci sei;
Se non ci sei, rifaccio il mio sentiero
A fronte bassa,
E i colli, i fior, la nuvola che passa,
Tutto mi è strano e nero,
Se non ci sei.
Se non ci sei, se non ti leggo in volto
Che sai ch'io ti amo,
Che irrequieto ti sogno e ti chiamo,
Che il raggio mio m'è tolto,
Se non ci sei;
Se non ci sei, mi avvinghia oscuramente
Nelle sue braccia
La Noia, incubo dalla tetra faccia,
E l'ora son nebbie lente
Se non ci sei.
Ma se ti trovo, sfuggon via col volo
Delle farfalle,
Ride la casa, un cantico è la valle,
Un trillo d'usignolo,
Quando ti trovo!
Questo villaggio;
Svanita è la malia del paesaggio,
Del verde idillio queto,
Se non ci sei;
Se non ci sei, rifaccio il mio sentiero
A fronte bassa,
E i colli, i fior, la nuvola che passa,
Tutto mi è strano e nero,
Se non ci sei.
Se non ci sei, se non ti leggo in volto
Che sai ch'io ti amo,
Che irrequieto ti sogno e ti chiamo,
Che il raggio mio m'è tolto,
Se non ci sei;
Se non ci sei, mi avvinghia oscuramente
Nelle sue braccia
La Noia, incubo dalla tetra faccia,
E l'ora son nebbie lente
Se non ci sei.
Ma se ti trovo, sfuggon via col volo
Delle farfalle,
Ride la casa, un cantico è la valle,
Un trillo d'usignolo,
Quando ti trovo!
Giovanni Camerana
Oh non giurare
Oh non giurare e dammi sol dei baci;
non credo al giuro di una donna:taci!
Dolce è la tua parola, ma più assai
il bacio che dal labbro ti strappai!
Nel bacio io credo, il bacio che m’hai dato;
la parola è soltanto un vano fiato.
Oh giura, mia diletta, quanto vuoi;
io credo in tutto ai giuramenti tuoi!
E se la testa affonda nel tuo seno,
credo allora che son felice appieno;
credo allora, diletta mia, che tu
m’ami in eterno, e forse anche di più.
Heinrich Heine
domenica 26 maggio 2013
Non celare il segreto del tuo cuore
Non celare il segreto del tuo cuore.
Dillo a me, solo a me, in segreto.
Tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l'udrà,
non le mie orecchie.
La notte è fonda,
la casa è silenziosa,
i nidi degli uccelli
son coperti di sonno.
Dimmi tra lacrime esitanti,
tra sorrisi titubanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore!
Dillo a me, solo a me, in segreto.
Tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l'udrà,
non le mie orecchie.
La notte è fonda,
la casa è silenziosa,
i nidi degli uccelli
son coperti di sonno.
Dimmi tra lacrime esitanti,
tra sorrisi titubanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore!
Tagore
Io desidero te,soltanto te.
Io desidero te, soltanto te
il mio cuore lo ripeta senza fine.
Sono falsi e vuoti i desideri
che continuamente mi distolgono da te.
Come la notte nell'oscurità
cela il desiderio della luce,
così nella profondità
della mia incoscienza risuona questo grido:
"Io desidero te, soltanto te".
Come la tempesta cerca fine
nella pace, anche se lotta
contro la pace con tutta la sua furia,
così la mia ribellione
lotta contro il tuo amore eppure grida:
"Io desidero te, soltanto te".
il mio cuore lo ripeta senza fine.
Sono falsi e vuoti i desideri
che continuamente mi distolgono da te.
Come la notte nell'oscurità
cela il desiderio della luce,
così nella profondità
della mia incoscienza risuona questo grido:
"Io desidero te, soltanto te".
Come la tempesta cerca fine
nella pace, anche se lotta
contro la pace con tutta la sua furia,
così la mia ribellione
lotta contro il tuo amore eppure grida:
"Io desidero te, soltanto te".
Tagore
sabato 25 maggio 2013
Alla tua salute amore mio
Accarezzami, amore,
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.
Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino.
Dio arriverà all'alba
se io sarò tra le tue braccia.
Alda Merini
Aspettando
Mi sussurrò Domani. Ed io: - Domani
m’avrai ne le tue braccia a l’istessa ora;
fra i tuoi capelli passerò le mani,
tu, sognando, dirai che m’ami ancora.
m’avrai ne le tue braccia a l’istessa ora;
fra i tuoi capelli passerò le mani,
tu, sognando, dirai che m’ami ancora.
Ecco, son qui. Lo attendo. A i più lontani
passi, a ogni lieve suon che vien da fuora
tendo l’orecchio, e in desideri arcani
frugo con gli occhi la gentil dimora.1
E’ un vago nido. Le finestre aperte
di primavera invitano a l’incanto:
scherza il sole tra i fiori e sul velluto.
Io, l’armi antiche e i quadri, onde coperte
son le mura, contemplo; e penso intanto
qual tesoro di baci ho già perduto.
Contessa Lara
mercoledì 22 maggio 2013
L'arancia
Un' arancia sulla tavola
il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto tu
Dolce presente del presente
Freschezza della notte
Calore della mia vita.
Jacques Prévert
I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
Jacques Prévert
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
Jacques Prévert
martedì 21 maggio 2013
Canzone dell'amore perduto
Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",
vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi
l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai
ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",
vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi
l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai
ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
Fabrizio De Andrè
Amore che vieni,Amore che vai
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d'estate
io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai
amore che vieni , amore che vai
io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai
amore che vieni , amore che vai.
Fabrizio De Andre
lunedì 20 maggio 2013
Se ora Tu..
Se ora tu bussassi alla mia porta
e ti togliessi gli occhiali
e io togliessi i miei che sono uguali
e poi tu entrassi dentro la mia bocca
senza temere baci disuguali
e mi dicessi: «Amore mio,
ma che è successo? », sarebbe un pezzo
di teatro di successo.
e ti togliessi gli occhiali
e io togliessi i miei che sono uguali
e poi tu entrassi dentro la mia bocca
senza temere baci disuguali
e mi dicessi: «Amore mio,
ma che è successo? », sarebbe un pezzo
di teatro di successo.
Patrizia Cavalli
Amo il biondo ed il fuoco; amo l'estate
Più della primavera,
Le donne indebitate,
Trenta e quaranta,
la rossa e la nera.
Amo gli acri profumi e la riviera,
Musset, le schioppettate,
La birra di Baviera
E il compagno di Sant'Antonio abate.
Ed amo te, Francesca,
Te bionda come la birra tedesca,
Te infocata che abbruci e che consumi,
Che a Montecarlo sei,
Circondata da un nuvolo d'ebrei.
Spumeggiante nel brago e nei profumi.
Remigio Zena
sabato 18 maggio 2013
Introdurmi
Introdurmi nella tua storia
Come un eros sbigottito
Se ha col nudo piede toccato
Un po' d'erba del territorio
Contro ghiacciai attentatore
Io non so l'ingenuo peccato
Che tu avrai impedito
D'alto riso la sua vittoria
Dì se il contento in me è poco
Tuono e rubini alla mia trave
Di veder nell'aria ove sale
Con dispersi reami un fuoco
Morir la ruota sangue e croco
Di mie bighe prece serale.
Come un eros sbigottito
Se ha col nudo piede toccato
Un po' d'erba del territorio
Contro ghiacciai attentatore
Io non so l'ingenuo peccato
Che tu avrai impedito
D'alto riso la sua vittoria
Dì se il contento in me è poco
Tuono e rubini alla mia trave
Di veder nell'aria ove sale
Con dispersi reami un fuoco
Morir la ruota sangue e croco
Di mie bighe prece serale.
Stéphane Mallarmé
A me pare uguale agli dei
A me pare uguale agli dei
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.
Saffo
giovedì 16 maggio 2013
Primi incontri
Ogni istante dei nostri incontri
lo festeggiavamo come un’epifania,
soli a questo mondo. Tu eri
più ardita e lieve di un’ala di uccello,
scendevi come una vertigine
saltando gli scalini, e mi conducevi
oltre l’umido lillà nei tuoi possedimenti
al di là dello specchio.
Quando giunse la notte mi fu fatta
la grazia, le porte dell’iconostasi
furono aperte, e nell’oscurità in cui luceva
e lenta si chinava la nudità
nel destarmi: “Tu sia benedetta”,
dissi, conscio di quanto irriverente fosse
la mia benedizione: tu dormivi,
e il lillà si tendeva dal tavolo
a sfiorarti con l’azzurro della galassia le palpebre,
e sfiorate dall’azzurro le palpebre
stavano quiete, e la mano era calda.
Nel cristallo pulsavano i fiumi,
fumigavano i monti, rilucevano i mari,
mentre assopita sul trono
tenevi in mano la sfera di cristallo,
e – Dio mio! – tu eri mia.
Ti destasti e cangiasti
il vocabolario quotidiano degli umani,
e i discorsi s’empirono veramente
di senso, e la parola tu svelò
il proprio nuovo significato: zar.
Alla luce tutto si trasfigurò, perfino
gli oggetti più semplici – il catino, la brocca – quando,
come a guardia, stava tra noi
l’acqua ghiacciata, a strati.
Fummo condotti chissà dove.
Si aprivano al nostro sguardo, come miraggi,
città sorte per incantesimo,
la menta si stendeva da sé sotto i piedi,
e gli uccelli c’erano compagni di strada,
e i pesci risalivano il fiume,
e il cielo si schiudeva al nostro sguardo…
Quando il destino ci seguiva passo a passo,
come un pazzo con il rasoio in mano.”
Arsenij Aleksandrovic
E' finita l'Estate
E' fuggita l'estate,
più nulla rimane.
Si sta bene al sole.
Eppur questo non basta.
Quel che poteva essere
una foglia dalle cinque punte
mi si è posata sulla mano.
Eppur questo non basta.
Ne' il bene ne' il male
sono passati invano,
tutto era chiaro e luminoso.
Eppur questo non basta.
La vita mi prendeva,
sotto l'ala mi proteggeva,
mi salvava, ero davvero fortunato.
Eppur questo non basta.
Non sono bruciate le foglie,
non si sono spezzati i rami...
Il giorno è terso come cristallo.
Eppur questo non basta.
Arsenij Aleksandrovic
mercoledì 15 maggio 2013
Parigi di Notte
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo tra le braccia.
Jacques Prévert
Sonetto LVI
Io amai sempre, ed amo forte ancora,
E son per amar più di giorno in giorno,
Quel dolce loco ove piangendo torno
Spesse fïate quando Amor m’accora;
E son fermo d’amare il tempo e l’ora
Ch’ogni vil cura mi levàr d’intorno;
E più colei lo cui bel viso adorno
Di ben far co’ suoi esempi m’innamora.
Ma chi pensò veder mai tutti insieme
Per assalirmi ’l cor or quindi or quinci
Questi dolci nemici ch’i’ tanto amo?
Amor, con quanto sforzo oggi mi vinci!
E, se non ch’al desio cresce la speme,
I’ cadrei morto ove più viver bramo.
Francesco Petrarca
venerdì 10 maggio 2013
L'Invito
«La sera d'Ognissanti
Venga anche lei da me:
Serviremo in famiglia
Quattro marrons-glacés
E una tazza di thè.»
Infilandomi i guanti
E masticando un sì,
Pieno di meraviglia
Sono rimasto lì
Diritto come un I.
Ha aggrottato le ciglia?
In fè mia non lo so;
Una nube davanti
Agli occhi mi passò
Quando lei se ne andò.
E ho mangiato in famiglia
Quattro marrons-glacés
La sera d'Ognissanti . . .
Fu un poema per me
Quella tazza di thè.
Sola voi siete la regina mia,
Regina incoronata
Tra le belle e le ricche.
La vostra corte è tutta poesia
Ed io nell'anticamera dorata
Sono il fante di picche!
Remigio Zena
Amore Vivo
Amo il biondo ed il fuoco;
amo l'estate
Più della primavera,
Le donne indebitate,
Trenta e quaranta,
la rossa e la nera.
Amo gli acri profumi e la riviera,
Musset, le schioppettate,
La birra di Baviera
E il compagno di Sant'Antonio abate.
Ed amo te, Francesca,
Te bionda come la birra tedesca,
Te infocata che abbruci e che consumi,
Che a Montecarlo sei,
Circondata da un nuvolo d'ebrei.
Spumeggiante nel brago e nei profumi.
Remigio Zena
giovedì 9 maggio 2013
Sans Rancune
Hai tempo ancor prima che parta il treno,
Vieni meco a cenar, ex amor mio;
Se oggi per sempre vuoi lasciarmi, almeno
Innaffiam colla bionda acqua del Reno
L'ultimo addio.
Assai ci amammo una stagione intera,
Or, di me stanca, te ne fuggi ed io
L'omaggio non ti fo d'una preghiera.
Amici sempre, diamoci stassera
L'ultimo addio.
Non ci vedrem mai più.
Bevi tranquilla
Il bicchier della staffa e dell'oblio,
Fissami ancora in volto la pupilla
E con un bacio ultimo sigilla
L'ultimo addio.
Sarà un bacio fraterno al lattemiele,
Un bacio senza fuoco, pari al mio.
Oh lasciamole accese le candele
Perché è sempre il più casto e il più fedele
L'ultimo addio.
Remigio Zena
Idillio di Giugno
O che gaio mattino!
Se tu vuoi nel giardino
Scendere, mia Francesca,
A raccogliere andiamo
Le ciliegie sul ramo
All'aria fresca,
Le ciliegie vermiglie,
Enormi cocciniglie
Tra le fogliuzze appese,
Che fanno rubiconde
Delle piante le fronde
In questo mese.
Colla scala a piuoli
Rubata ai vignaiuoli,
Quest'albero gigante
Io piglierò d'assalto
E cercherò là in alto
Esser galante.
Remigio Zena
mercoledì 8 maggio 2013
Giorno
9
Inferocita terra, immane mare
Mi separa dal luogo della tomba
Dove ora si disperde
Il martoriato corpo...
Non conta... Ascolto sempre più distinta
Quella voce d'anima
Che non seppi difendere quaggiù...
M'isola, sempre più festosa e amica
Di minuto in minuto,
Nel suo segreto semplice...
Giuseppe Ungaretti
Giorno per Giorno
Mai, non saprete mai come m'illumina
L'ombra che mi si pone a lato, timida,
Quando non spero più...
L'ombra che mi si pone a lato, timida,
Quando non spero più...
7
In cielo cerco il tuo felice volto,
Ed i miei occhi in me null'altro vedano
Quando anch'essi vorrà chiudere Iddio...
8
E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto.
In cielo cerco il tuo felice volto,
Ed i miei occhi in me null'altro vedano
Quando anch'essi vorrà chiudere Iddio...
8
E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto.
Giuseppe Ungaretti
martedì 7 maggio 2013
Dove la luce
Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.
L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo.
Giuseppe Ungaretti
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.
L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo.
Giuseppe Ungaretti
La Madre
E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia.
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.
Giuseppe Ungaretti
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