giovedì 21 luglio 2016

I pastori


Buongiorno, benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati della grande letteratura Italiana e Mondiale.
Come state trascorrendo questa fine di Luglio?
Lo sappiamo, i mesi estivi passano così velocemente che nemmeno ce ne accorgiamo!
Non vediamo l'ora di andare in vacanza per chi avrà la possibilità di farla e per chi sarà molto più fortunato a non lavorare e prendersi delle meritate ferie, purtroppo lo sappiamo, oggi come oggi i tempi che corrono sono quelli che sono, tanta disoccupazione e situazioni di precarietà un pò in tutti i settori.
Ma per fortuna che c'è l'informazione e le nostre belle poesie che giorno dopo giorno, per lo meno, ci regalano qualche minuto di spensieratezza e di relax.
Una poesia molto interessante che oggi voglio farvi leggere, è stata scritta dal grandissimo poeta Gabriele D'Annunzio.
Vi auguro buona lettura!

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natia
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.

Ah perché non son io co' miei pastori?

di Gabriele D'Annunzio

Vi auguriamo un buon proseguimento di giornata, tra i vari, talune volte molteplici impegni e per chi ha possibilità di godervi a pieno un pò di relax insieme a noi.
Grazie.

venerdì 15 luglio 2016

Attualità & Mondo



Buongiorno, benvenuti e bentrovati cari lettori.
Oggi doverosamente, dopo il terribile incidente ferroviario avvenuto in Puglia, dopo molti ragazzi che abitualmente salivano su quei treni per recarsi alle Università nelle città vicine, molti per lavoro, molti altri semplicemente per andare a trovare qualche parente, si sono visti togliere in pochi instanti la vita, non possiamo che unirci al dolore delle tantissime famiglie che sono state colpite da questo brutto e terribile avvenimento, dove genitori si sono visti strappare via i propri figli, mariti, mogli, amici.... Questa mattina un altra terribile notizia ci ha travolti, un Camion scaraventato sulla folla a  grande velocità guidato da un franco-tunisino a Nizza.
I morti si aggirano intorno alle 84 persone, molti, moltissimi i bambini uccisi.
Sono stati coinvolti nell'incredibile incidente anche degli italiani che si trovavano a Nizza.
Non possiamo più assolutamente tollerare queste disgrazie, se così si possono chiamare, frutto di menti diaboliche che non hanno alcuno scrupolo nell'uccidere a sangue freddo dei bambini, degli uomini, delle donne.....
Il blog di Poesiandu si unisce fortemente al dolore di questi avvenimenti accaduti nelle scorse ore, nella famiglie che non vedranno più tornare i loro figli, nei mariti che non potranno più rivedere le proprie mogli, questo perchè?
Lasciamo commentare a voi, lasciamo commentare al silenzio di una famiglia spezzata per sempre, alle grida, alle urla ai pianti.

Amiamoci e vogliamoci bene tutti.

Sia pace per le aurore che verranno,
pace per il ponte, pace per il vino,
pace per le parole che mi frugano
più dentro e che dal mio sangue risalgono
legando terra e amori con l’antico
canto;
e sia pace per le città all’alba
quando si sveglia il pane,
pace al libro come sigillo d’aria,
e pace per le ceneri di questi
morti e di questi altri ancora;
e sia pace sopra l’oscuro ferro di Brooklin, al portalettere
che entra di casa in casa come il giorno,
pace per il regista che grida al megafono rivolto ai convolvoli,
pace per la mia mano destra che brama soltanto scrivere il nome
Rosario, pace per il boliviano segreto come pietra
nel fondo di uno stagno, pace perché tu possa sposarti;
e sia pace per tutte le segherie del Bio-Bio,
per il cuore lacerato della Spagna,
sia pace per il piccolo Museo
di Wyoming, dove la più dolce cosa
è un cuscino con un cuore ricamato,
pace per il fornaio ed i suoi amori,
pace per la farina, pace per tutto il grano
che deve nascere, pace per ogni
amore che cerca schermi di foglie,
pace per tutti i vivi,
per tutte le terre e le acque.
Ed ora qui vi saluto,
torno alla mia casa, ai miei sogni,
ritorno alla Patagonia, dove
il vento fa vibrare le stalle
e spruzza ghiaccio
l’oceano. Non sono che un poeta
e vi amo tutti, e vago per il mondo
che amo: nella mia patria i minatori
conoscono le carceri e i soldati
danno ordini ai giudici.
Ma io amo anche le radici
del mio piccolo gelido paese.
Se dovessi morire mille volte,
io là vorrei morire:
se dovessi mille volte nascere,
là vorrei nascere,
vicino all’araucaria selvaggia,
al forte vento che soffia dal Sud.
Nessuno pensi a me.
Pensiamo a tutta la terra, battendo
dolcemente le nocche sulla tavola.
Io non voglio che il sangue
torni ad inzuppare il pane, i legumi, la musica:
ed io voglio che vengano con me
la ragazza, il minatore, l’avvocato, il marinaio, il fabbricante di bambole
e che escano a bere con me il vino più rosso.
Io qui non vengo a risolvere nulla.

Sono venuto solo per cantare
e per farti cantare con me.


di Pablo Neruda


A l'abruzzese de Melane


Buongiorno, benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati della grande letteratura e non solo!
Molti di voi in questi giorni, mi hanno scritto veramente tantissime e-mail dove mi chiedono di mettere una poesia molto caratteristica dell'Abruzzo.
Dopo tante ricerche, ecco a voi una poesia dedicata a questa bellissima regione e terra, la poesia è  del grande Gabriele D'Annunzio che grazie alle sue rime baciate, la poesia suona molto fluida e simpatica alla lettura.

J' v'arrengrazie, amiche sciampagnune,
biate a vu ca stete 'ncumpagnie
'nnanze a lu foche, a fa na passatelle!
J' cqua me more de malingunie;

qua me s'abbotte proprie li c...
Cante e cante, mannaggia la Majelle,
j' ne ne pozze cchiù nghi sti canzune!
Lu sacce ca lu laure è bbone e bbelle

ma 'nganne e 'n core tenghe na vulie
de laure cotte nghi li capitune.
Me so' stufate a ostriche e sardelle!

Ma putesse magnà la Mezzalune
sane sane, nghi quattre pipindune,
di li nostre, mannaggia la Majelle!

di Gabriele D'Annunzio 

Vi ringraziamo infinitamente per il vostro affetto che ci regalate giorno dopo giorno, vi auguriamo buon proseguimento di giornata e buona permanenza insieme a noi!


lunedì 4 luglio 2016

La Tenzone


Buongiorno, benvenuti e bentrovati cari lettori ed appassionati di letteratura Italiana ed Internazionale.
Primi giorni di Luglio, molti di voi mi stanno raccontando tramite le vostre e-mail che non vedete l'ora di andare finalmente e meritatamente qualche giorno in vacanza, molti mi scrivono che preferiscono il mare, altri la montagna, altri mi scrivono che preferiscono dormire fino a tardi la mattina, altri invece, che preferiscono alzarsi alla buon ora per andare a fare un po di running in montagna o sul lungo-mare o magari fare delle escursioni organizzate.
Ma un pensiero doveroso, lo indirizziamo a tutti coloro che purtroppo quest'anno non potranno andare qualche giorno in vacanza, il nostro Staff è sempre al vostro fianco come ben sapete durante tutto l'anno a tenervi compagnia, come del resto voi la tenete a noi splendidamente.
Ovunque e con chiunque voi siate, vi auguriamo di divertirvi e rilassarvi insieme alle persone che volete più bene, questa poesia di oggi è dedicata tutta a voi.

Buona lettura.

O Marina di Pisa, quando folgora
il solleone!
Le lodolette cantan su le pratora
di San Rossore
e le cicale cantano su i platani
d'Arno a tenzone.

Come l'Estate porta l'oro in bocca,
l'Arno porta il silenzio alla sua foce.
Tutto il mattino per la dolce landa
quinci è un cantare e quindi altro cantare;
tace l'acqua tra l'una e l'altra voce.
E l'Estate or si china da una banda
or dall'altra si piega ad ascoltare.
È lento il fiume, il naviglio è veloce.
La riva è pura come una ghirlanda.
Tu ridi tuttavia cò raggi in bocca,
come l'Estate a me, come l'Estate!
Sopra di noi sono le vele bianche
sopra di noi le vele immacolate.
Il vento che le tocca
tocca anche le tue palpebre un po' stanche,
tocca anche le tue vene delicate;
e un divino sopor ti persuade,
fresco ne' cigli tuoi come rugiade
in erbe all'albeggiare.
S'inazzurra il tuo sangue come il mare.
L'anima tua di pace s'inghirlanda.
L'Arno porta il silenzio alla sua foce
come l'Estate porta l'oro in bocca.
Stormi d'augelli varcano la foce,
poi tutte l'ali bagnano nel mare!
Ogni passato mal nell'oblio cade.
S'estingue ogni desio vano e feroce.
Quel che ieri mi nocque, or non mi nuoce;
quello che mi toccò, più non mi tocca.
È paga nel mio cuore ogni dimanda,
come l'acqua tra l'una e l'altra voce.
Così discendo al mare;
così veleggio. E per la dolce landa
quinci è un cantare e quindi altro cantare.

Le lodolette cantan su le pratora
di San Rossore
e le cicale cantano su i platani
d'Arno a tenzone.

di Gabriele D'Annunzio

Vi ringraziamo per le vostre tantissime e-mail che giorno dopo giorno riceviamo, non mi resta che augurarvi buon proseguimento di giornata e buona permanenza insieme a noi.